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Nei pazienti con allergie e/o intolleranze alimentari
il dott. Antonio Ebbli si avvale della collaborazione della dott.ssa Laura Ebbli,
dietista particolarmente esperta in problemi di intolleranze alimentari. L’allergia alimentare è rappresentata da una reazione quasi immediata alle proteine degli alimenti. Tale disturbo può essere anche connesso a sostanze chimiche contenute nei farmaci, alla caffeina, alla tiramina contenuta nel vino e nel formaggio, all’istamina nello sgombro, ai conservanti e ai coloranti propri degli additivi alimentari. Esistono poi alcune particolari fattispecie, quali l’intolleranza al lattosio e l’intolleranza al glutine che si manifesta nei casi di celiachia. Le principali manifestazioni di allergia alimentare si osservano statisticamente nel 6% dei bambini e nel 2% degli adulti. Questa patologia, seppur raramente, può manifestarsi con quadri clinici particolarmente pericolosi per la vita del paziente, sino a giungere ad alcuni casi limite come lo shock anafilattico. Le allergie alimentari causa di anafilassi potenzialmente fatale sono dovute per l'80% dei casi ad arachidi e nocciole. La reazione allergica determinata dagli alimenti è causa di una variegata sintomatologia che può manifestarsi su vari organi ed apparati come la pelle, l'apparato gastrointestinale e l'apparato respiratorio. Le reazioni allergiche comportano un coinvolgimento di meccanismi immunitari, IgE mediati e cellulo-mediati. È opinione condivisa che questa patologia sia dovuta ad una soppressione dei normali meccanismi di tolleranza immunologica alle proteine ingerite con il cibo. Tra gli alimenti maggiormente coinvolti nelle allergie alimentari vi sono il latte, le uova, la soia, le arachidi, le nocciole, il pesce, i crostacei e molti altri alimenti. Per la diagnosi occorre un'attenta anamnesi, seguita da accertamenti di laboratorio, e anche, se necessario, da test di scatenamento. Solitamente la gestione della patologia consiste nell'educare il paziente ad evitare rigidamente l'allergene responsabile delle manifestazioni allergiche e contestualmente, in caso di ingestione non intenzionale dello stesso, iniziare una terapia antiallergica. Talvolta è anche possibile una prevenzione farmacologica. |
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